OLIATURA: Il didgeridoo va periodicamente oliato con olio di mandorle, lo stesso usato per gli altri strumenti in legno come l'oboe e il flauto. E' bene effettuare l'oliatura ogni qual volta le condizioni atmosferiche (pressione, umidità,temperatura) possono cambiare: prima di un viaggio o al variare delle stagioni. L'olio va fatto scivolare dentro lo strumento più volte in modo da ricoprire tutta la parte interna. Solitamente si usa tenere lo strumento verticale appoggiato in un catino in modo da poter recuperare l'olio che cola per riutilizzarlo. Se il didgeridoo esternamente non è protetto da vernici o cere è bene oliarlo anche fuori.

RIPARAZIONI: Può succedere che lungo la superfice del didgeridoo si aprano delle crepe per via delle vibrazioni associate al cambiamento delle condizioni atmosferiche. Il metodo migliore per riparare a questo spiacevole inconveniente è quello di preparare una mistura di colla e polvere di eucalipto da applicare nella crepa. La colla migliore e' della famiglia vinavil ma non richiede l'uso di morsetti data la mancanza di retrazione; mentre la polvere di eucalipto ha una funzione estetica in quanto evita che dopo l'indurimento della colla (che diventa trasparente) si noti la riparazione.

BOCCHINO IN CERA: Il bocchino del didgeridoo è originalmente in cera d'api anche se alcuni sono in gomma o in legno ricavato direttamente dal corpo dello strumento. Lo scopo della cera è esclusivamente quello di proteggere le labbra dagli spigoli taglienti del legno e quello di restringere il diametro eventualmente troppo largo dell'imboccatura. Se il diametro dell'imboccaura è fra i 3-4 cm e non presenta asperità taglienti la cera NON SERVE.
Il diametro deve essere di circa 3-4 cm e la forma vagamente "vulcanica". La cera non deve mai essere messa in modo da provocare dislivelli perchè l'onda sonora deve seguire le pareti del didge in modo fluido.


Ci sono due modi per preparare un buon bocchino: il primo prevede lo scioglimento della cera a bagno maria e la successiva immersione della "bocca" del didgeridoo; andrà poi modellato secondo i propri gusti. Il secondo invece prevede l'applicazione di piccole strisce di cera riscaldate con le mani che verranno pressate sulla "bocca" del didgeridoo fino ad ottenere la forma desiderata. Il secondo metodo è un pò più grossolano ma funziona ed evita di imbrattare pentolini e pavimenti della cucina :-)

PULITURA: La presenza della cera, la condensa e la saliva col tempo faranno si che il didgeridoo emani un odore poco piacevole. Per eliminarlo ci sono diversi modi. Alcuni "aromatizzano" lo strumento con gocce di olio essenziale oppure lo fanno penzolare in modo che il fumo di un cono d'incenso vi entri dentro. A mio avviso questi metodi servono solo a coprire l'odore ma non risolvono il problema che si ripresenterà in breve tempo. Pare che gli Aborigeni australiani per risolvere il problema lavino il didgeridoo direttamente nel fiume. Altri preferiscono riempire a metà il didge d'acqua e tappando le due estremità agitare in modo da togliere le impurità presenti. Capisco che possa sembrare pericoloso ma io l'ho fatto più volte e il mio didge sta bene, daltronde i nativi australiani prima di suonare il didge spesso preferiscono spruzzarci dentro acqua per umidificare il legno. In ogni caso non mi assumo la responsabilità di tale operazione, anche perchè un didgeridoo poco stagionato o con precedenti problemi potrebbe reagire in modo strano.
 
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