COME COSTRUIRE IL DIDGERIDOO

Il didgeridoo in pratica è un pezzo di legno cavo e costruirne uno può essere una cosa semplice o estremamente complicata, dipende dal materiale che si vuole utilizzare e dal procedimento di scavatura.

I materiali utilizzati usualmente sono vari: dal bamboo alla plastica, dal metallo alla ceramica, dall’eucalipto a qualsiasi altro tipo di legno. E’ bene sottolineare che lo strumento originalmente è in legno e in particolare in eucalipto. Gli aborigeni utilizzano i tronchi o i rami scavati dalle termiti (termitati) che trovano nel bush, si limitano ad aggiungere un bocchino in cera d’api e a decorare lo strumento con pitture ed incisioni.
Per quanto riguarda la scavatura “umana” c’è chi procede con grossi e lunghi trapani, questo però solo se si utilizza un pezzo di legno dritto, oppure chi usa un metodo poco ortodosso e molto lento ma a quanto pare efficace: si tratta di prendere una barra di ferro incandescente e premere nel legno fino a forarlo per tutta la sua lunghezza; il metodo più usato rimane comunque la segatura longitudinale del ramo e la successiva scavatura delle due parti che verranno poi riunite tramite colla ad espansione.

Per quanto riguarda il bamboo è tutto più semplice, essendo un legno già cavo di per se; si può utilizzare anche qui la segatura longitudinale oppure si può sfondare le membrane interne in prossimità dei nodi dando forti colpi con una barra di metallo. Il metodo più economico, anche se produce didgeridoo di bassa qualità(ma buoni per cominciare a suonare) consiste nel prendere un tubo di plastica (o metallo) e fornirlo di bocchino. E’ importantissimo, nel caso si utilizzino materiali naturali, che il legno sia ben stagionato prima di lavorarlo.

La lunghezza è ciò che determina la nota base del didgeridoo e può andare dagli 80 centimetri ai 2.5 metri, con un diametro di 2-8 centimetri. Mentre il diametro non può variare più di tanto, la lunghezza in teoria può essere tanto piccola quanto enorme, sia chiaro che dopo una certa lunghezza il fiato necessario e la nota infrasonica saranno nemici per l’udibilità del suono, mentre un didgeridoo troppo corto produrra il classico suono a pernacchia.

 

INDICE DEGLI ARTICOLI

  1. “Il taglio longitudinale” di Andrea Ferroni
  2. “Didgeridoo su misura” di Andrea Ferroni
  3. “Il didgeridoo telescopico in PVC” di Ilario Vannucchi

 

QUI DI SEGUITO INVECE DUE LABORATORI:

– Workshop di Costruzione Didgeridoo in Legno 
adeguato sia sia per il principiante che per il costruttore professionista

– Workshop di Costruzione Didgeridoo in Vetroresina 
consigliato principalmente per il costruttore professionista

 

Il taglio longitudinale
a cura di Andrea Ferroni

Il testo seguente è stato scritto ormai più 10 anni fa, nel 2003. Tuttavia rimane ancora valido per il principiante che desideri costruire uno strumento da sè. Oggi, nel 2014 mi sentirei di aggiungere un solo consiglio: “Dopo aver preso nota della buona prassi scritta qui sotto, datevi da fare! Non state troppo a lambiccarvi il cervello sperando di realizzare lo strumento perfetto… perchè, il vostro primo strumento, sarà solo mediocre, e di ciò non vi è dubbio. Ciò che vi tornerà utile sarà ricordare gli errori ed i contrattempi da evitare per fare il successivo. Non c’è miglior insegnante di qualche errore.”
Tuttavia, se avete fretta o volete approfondire meglio questi temi, contattatemi. In associazione sono attivi corsi di costruzione didgeridoo in legno o vetroresina in cui si parla in modo approfondito di acustica e didgeridoo: info@andreaferroni.it

Prima di iniziare qualsiasi tipo di lavoro con il legno e’ bene conoscere anche le precauzioni da prendere per evitare di incorrere in problemi più o meno seri. Nella lista della spesa da fare se si vuole intraprendere da zero questo tipo di lavoro, sono:

– Guanti, meglio se di cuoio se si pensa di farne più di uno
– Mascherina, quelle di carta possono andare bene
– Occhiali, se si pensa di utilizzare utensili particolari per velocizzare il lavoro
– Sgorbia, una da 16 mm a profilo curvo per iniziare
– Martello di legno
– 7 o 8 cagne, se ne trovano di diversi prezzi (o fascette)
– Carta vetrata
– Colla vinilica
– Pennellino
– Banco da lavoro, può bastare qualsiasi tavolo a patto che sia decisamente robusto e fissato a terra
– Un ramo

Prima di iniziare qualsiasi tipo di lavoro con il legno è bene conoscere anche le precauzioni da prendere per evitare di incorrere in problemi più o meno seri.

N.B.: E’ indispensabile utilizzare la mascherina in carta ogni qual volta si compie un’operazione che crei polvere, come il taglio del legno con attrezzature elettriche e la levigatura con carta a vetro. Le conseguenze a lungo andare possono essere gravi malattie a livello respiratorio come la silicosi. In ogni caso anche quando si pensa che la polvere non sia eccessiva e’ utile respirare solo con il naso in modo da “pulire” l’aria inalata. All’inizio può essere fastidioso ma ne vale la pena. Penso sia piu’ intuitivo l’utilizzo dei guanti, usateli ogni volta che ritenete necessario, a meno che non siate dei falegnami provetti, risparmiarsi schegge e tagli non e’ cosa da poco!

costru01La scelta del ramo è fondamentale, si differenziano per tipo di legno, forma, quindi peso, lavorabilità ed estetica. Normalmente la durezza del legno va di pari passo con la lavorabilità e se eseguito bene anche con la qualità sonora dello strumento.La prima fase di lavorazione del ramo è lunga e noiosa ma fondamentale, la stagionatura. è inutile iniziare a lavorare il legno verde dado che sicuramente darà problemi di incollaggio e facilità nel creparsi. Una volta stagionato adeguatamente, si procede all’eliminazione della corteccia. Normalmente la corteccia si toglie a stagionatura quasi ultimata, dato che una volta tolta, la traspirazione del legno sarà più veloce con il conseguente rischio di crepe. Potete trovare anche rami già stagionati ad esempio nei fiumi. Il vantaggio è avere dei legni che se non sono più stabili a patto che siano ben conservati. Lo svantaggio è che bisogna saper scegliere bene il legno dato che soprattutto di fianco ai fiumi crescono legni modesti, soprattutto pioppi e salici. Almeno dalle mie parti.
costru02Dopo di che si procede nel segnare, sulle due facce piane ricavate dal taglio, la sezione che dovrà avere lo strumento. Questa è la fase più importante di tutta la lavorazione, ci sono voluti diversi tentativi per riuscire la volta successiva ad ottenere il timbro voluto. Il discorso è veramente lungo da affrontare ora quindi mi limito a dire che qualunque sia la sezione lo strumento suonerà, è però da evitare bruschi cambi di sezione come ==0=====< , in questo punto potrebbe verificarsi un calo di pressione all’interno della colonna d’aria e quindi probabile difficoltà nel suonarlo. Con un pò di prove si possono in effetti imitare i suoni di diversi tipi di strumenti, o per lo meno differenziarli in strumenti per musica tradizionale o moderna.
costru03La fase successiva è la lavorazione vera e propria, non abbiate fretta, si rischia di rendere vano tutto il lavoro fatto. Prendendoci la mano si riuscirà ad essere un pò più veloci. Quindi colpo dopo colpo con la sgorbia si scava il legno tenendo la sezione dell’incavo il più circolare possibile. Prestate molta attenzione nel rifinire l’imbocco, eviterete cosi di utilizzare eccessivamente la cera. Spesso infatti la cera è sconveniente dato che l’interno dell’imboccatura rimane troppo arrotondata frenando il naturale movimento delle labbra.
costru04Quindi si stende sui due lembi di legno la colla vinilica con il pennellino, su entrambe le parti, non abbiate paura di esagerare. A questo punto si presentano le due parti e si fermano con le cagne. Evitate di chiudere troppo forte, col passare della or potrebbe leggermente cedere il legno deformandosi da O a () . Aspettate almeno 24 ore in estate. Togliete poi le morse, provate il suono se non lo avete ancora fatto. Ora non vi resta che finire l’imbocco e decorare lo strumento.
costru05Un’ultima accortezza, se potete utilizzate vernici all’acqua atossiche dato che sullo strumento ci respirerete!! Ne esistono per i giocattoli dei bambini, tra gli altri vantaggi: l’odore è meno forte ed asciugano davvero in fretta. 

Nell’immagine sotto, Mark Atkins con lo strumento sopra realizzato

A questo punto… buone vibrazioni

 

 

Didgeridoo su misura
a cura di Andrea Ferroni
E’ passato molto tempo dal primo articolo che scrissi per Didgeridoo.it sulla costruzione didgeridoo tramite taglio longitudinale qui sopra. Riguardando al passato quell’articolo conteneva esclusivamente poche regole di buonsenso, qualche materiale ed attrezzature oltre a pochi suggerimenti necessari per eseguire un lavoro semplice e con poche possibilità di errore.
Per l’esattezza sono passati 8 anni e nel frattempo ho sviluppato nuove tecnologie, ho provato materiali differenti in base alle tecnologie utilizzate (stampi per materiali plastici, lavorazioni manuali e semiautomatici per asportazione di truciolo per legno e metalli), ho sperimentato una grande quantità di forme per ottenere timbri e caratteristiche differenti con l’obiettivo di realizzare strumenti adeguati ad ogni musicista in modo tale da poter realizzare strumenti a costi contenuti e potendo offrire anche al principiante un modello generalmente preferito dal professionista.
Spesso ho lavorato a stretto contatto con musicisti e ciò è quanto di più utile per poter migliorare e valutare esigenze differenti dalle proprie. Tuttavia non è sempre così immediato dato che, soprattutto in un mondo come quello del didgeridoo in cui tutto è in grande espansione, e lo era ancora di più negli anni passati, implica anche una scarsa conoscenza delle caratteristiche tipiche del didgeridoo anche da parte dei professionisti del settore.
Per questo motivo ho lavorato anche molto per divulgare quanto possibile, in maniera del tutto gratuita prima sul forum sul didgeridoo che curo da 8 anni: http://yidaki.forumup.it Successivamente pubblicando liberamente in rete il libro “The Didgeridoo discovery”: http://www.windproject.it/didgeridoo-discovery/italiano/  prima disponibile esclusivamente in formato cartaceo su ordinazione, una mole enorme di informazioni.

Una richiesta interessante quanto singolare la ricevetti nell’inizio del 2010, un didgeridoo in legno divisibile in 4 parti di circa 7 metri con una richiesta particolarmente complessa: la prima parte (dall’imboccatura al giunto) doveva avere nota base e toot intonati, la seconda parte (dall’imboccatura al secondo giunto) doveva avere nota base e toot intonati e così via. In più il didgeridoo finito, nei suoi 7 metri doveva avere nota base e toot molto ravvicinati.

Quindi, tramite un software e molti tentativi fatti in base alla mia esperienza ho modificato la colonna d’aria pochi mm alla volta sui diametri e sulle lunghezze. Si sono così ottenute le note volute, mostrate in seguito, senza perdere la suonabilità globale dello strumento.
Esistono software in grado di impostare lunghezza, diametro massimo e frequenze da ottenere, ma oltre a essere costosi, restituiscono risultati del tutto inutili perché spesso insuonabili… non essendo realizzati apposta per strumenti musicali… o il settaggio degli stessi richiederebbe mesi di lavoro per un singolo didgeridoo. In futuro si vedrà.

L’idea che ho utilizzato è quella di intonare principalmente la nota base relativa ad ogni ¼ di lunghezza dello strumento in base alle richieste su descritte. Ho lavorato con grande attenzione non solo nell’intonare un toot corretto su nota qualsiasi ma che fosse una nota piacevole in relazione alla nota base.

parte1-5

Maggiori informazioni e feedback:

Andrea Ferroni www.andreaferroni.it – www.windproject.it

 

Il didgeriedoo telescopico in PVC
a cura di Ilario Vannucchi 
Il didgeridoo telescopico permette, copiando il concetto del trombone, di poter avere uno strumento che può emettere più note base. Esistono in commercio ottimi esempi di questi didge, sempre più usati anche in ambito concertistico. Qui sotto sarà spiegato come costruirsi in modo casalingo con una spesa di circa 10 euro un didgeridoo telescopico che poco ha da invidiare a quelli venduti in rete.

Ingredienti:

A) 1 tubo in PVC rigido per scarico di Diam=4 cm Lung. circa 85 cm. (Arancio)
B) 1 tubo in PVC rigido per scarico di Diam=5 cm Lung. circa 90 cm. (grigio)
C) 1 Raccordo per campana
D) 1 Raccordo stabilizzatore
Nastro isolante
Cartone

N.B. Chiameremo per comodità “corona” la parte svasata dei tubi.

Preparazione:

Prendete il tubo “A” e applicatevi due giri di nastro isolante sulla corona per fare il modo di colmare lo spazio millimetrico tra quest’ultima e l’interno del tubo “B”.(foto)
Prendere il tubo “B” e applicate sull’estremità regolare esterna una fascia di cartone di mezzo cm di spessore con del nastro isolante, al fine di potervi poi bloccare la parte grande del raccordo “D”.(foto)
Inserite la corona del tubo “B” dentro la parte più piccola del raccordo “C”.(foto)
Inserite adesso il tubo “A” dalla parte della corona dentro il tubo “B” e infilate nel tubo “A” il raccordo “D” che andrà a bloccarsi sul tubo “B”.

Il vostro didgeridoo telescopico è pronto.

slidefinito slide

 

Ricordate che:

1) I due giri di nastro sulla corona del tubo “A” devono essere applicati perfettamente senza stirare il nastro…altrimenti in futuro si accorcerà. I giri potrebbero essere 1 o 3….fondamentalmente se ci sarà poco nastro il didge sfiaterà un pò, se ce ne sarà troppo scorrera in modo poco fluido. Cambiateli quando si usurano.

2) E’ possibile inserire nel tubo “A” a circa 8 cm dall’imboccatura un rocchettino che diminuirà per 3 o 4 cm il diametro, in modo da avere più backpressure e quindi suonabilità.

3) Si può scegliere di applicare un’imboccatura di cera ma si può anche cartavetrare l’imboccatura del tubo fino a renderla abbastanza confortevole.

4) Evitare di inalare polvere di PVC che è molto dannosa.

5) Decorare lo strumento con del nastro isolante è un ottima idea. Purtroppo il tubo arancione è indecorabile, altrimenti non scorre più !

6) Il progetto è sicuramente migliorabile, quindi sperimentate e condividete !

Buone vibrazioni
Ilario Vannucchi

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