ELENA: Buongiorno, sto studiando per una tesi il Didgeridoo e le possibili applicazioni per la disfonia in riabilitazione logopedica. Sto cercando di capire se può migliorare la risonanza del Vocal tract con l’uso costante. Ha materiale o suggerimenti?
Grazie Elena A.
Andrea: Buongiorno Elena, purtroppo per un tema così complesso e specifico non credo esista molto.
Un utilizzo del didgeridoo, con l’emissione di suoni di tipo onomatopeico, potrebbero aiutare una persona a migliorare il controllo e la coordinazione. Questo è un mio pensiero legato ai miei trascorsi in musicoterapia, in questi casi può essere vantaggioso innescando un sistema premiante dovuto ad un miglioramento del suono emesso che potrebbe avvenire in un lasso di tempo anche breve, alimentando e sfruttando il legame tra paziente e strumento, necessario a rendere gli esercizi proficui e duraturi nella sessione e nel tempo.
Allo stesso modo può migliorare il tono muscolare, cosa che avverrebbe in molto più tempo e per cui si rende necessario il legame paziente strumento che citavo prima. Su questo dovresti poter reperire in rete un studio Svizzero sul didgeridoo e l’apnea notturna.
Riguardo migliorare la risonanza del tratto vocale, dovrei capire meglio. Suonare il didgeridoo in modo casuale può avere un effetto “passivo” sul tratto vocale per le onde acustiche che si propagano dalle labbra attraverso tutto il tratto vocale, ma l’entità di queste non credo sia sufficiente a dare grandi benefici.
Un altro studio di cui cercando meglio in rete dovresti trovare il PDF completo e gratuito: https://go.gale.com/ps/i.do?id=GALE%7CA185469540&sid=googleScholar&v=2.1&it=r&linkaccess=abs&issn=00280836&p=AONE&sw=w&userGroupName=anon%7E69ab9f74
afferma “We conclude that a major difference between a novice and an experienced player is a learned, but usually subconscious ability to reduce the glottal opening” ma di cui non sono molto convinto, potrebbe esserti utile. Mi spiego meglio.
Lo studio afferma che il suono migliore è di esperti che, al variare della struttura armonica del suono emesso, chiudono il tratto vocale e tendo le corde vocali all’aumentare della frequenza degli armonici suonati. Questo però accade anche a chi suonando il sassofono, o una melodia con la chitarra, immagini la melodia mentra la sta suonando. Da un punto di vista acustico non mi pare che le corde vocali in tensione, senza una loro vibrazione, possano modificare il suono dello strumento. Rimane vero il riflesso del musicista verso questa prassi, anche se richiederebbe prima di diventare “esperti”.
Quindi ricapitolando, per ciò che mi chiedi, sperando di esserti utile, ritengo che nel breve termine il didgeridoo possa migliorare movimenti e i sincronismi dei muscoli della bocca atti a produrre suoni, primi tra tutti quelli delle vocali e in seguito di suoni occlusivi /t/, /d/, /k/. A lungo termine un miglioramento della tonicità muscolare della bocca in primo luogo e, solo dopo, quella del tratto vocale. Se posso esserti utile, chiedi.
A presto
Andrea Ferroni www.andreaferroni.it