WORKSHOP “COSTRUZIONE DIDGERIDOO”

CORSO DI COSTRUZIONE STRUMENTI 20/21 giugno 2009 – Recensione

Sabato mattina, attraverso un video, abbiamo visto le modalità di utilizzo degli attrezzi e le procedure di lavorazione. Queste nozioni sono veramente utili per evitare di farsi male con gli attrezzi, perché spesso ci si fa male per delle leggerezze facilmente evitabili.

 

Il ramo era già stato selezionato, tagliato longitudinalmente e “sgrezzato” dalla corteccia per tre quarti della sua lunghezza. Nel caso in cui chi sta leggendo volesse provare a costruire uno strumento, consiglio di rivolgersi ad un falegname per questo tipo di taglio perché, per fare un buon lavoro servono degli attrezzi particolari che costano molto.

  

La prima operazione che abbiamo eseguito sul ramo è stata tracciare con una penna (su entrambe le sezioni del ramo) lo spessore del legno che poi avrà lo strumento.

Dopo aver fissato una delle due parti del ramo al tavolo da lavoro con dei morsetti ho iniziato il lavoro di “scavo”; tale operazione è stata effettuata mediante uno scalpello da legno ed un martello di legno (in modo da non danneggiare il materiale a causa di qualche colpo fuori target).

Passaggio dopo passaggio, colpo dopo colpo, è magnifico vedere lo strumento prendere forma!

E pensare che prima di iniziare mi passava per la testa la domanda (un po’ prendendomi in giro): “ma veramente questo ramo andrà a costituire un didjeridoo?”.

Finita la prima metà si inizia veramente a vedere come sarà lo strumento.

Una volta ultimata l’asportazione del legno su entrambe le parti, è possibile incollarle. Per farlo, si depositano due strati di colla vinilica (classe D3 idroresistente) su entrambe le “half pipe” (mezzi tubi) e successivamente si applicano dei morsetti su tutta la lunghezza del ramo in modo che, durante la notte facesse presa.

Se i solchi generati dallo scalpello fossero molto evidenti, prima di incollarlo, è possibile levigare la parte interna, ovvero le pareti della futura colonna d’aria.

Nel caso in cui non si voglia creare dei solchi sul legno con i morsetti, è sufficiente inserire dei piccoli spessori di legno tra il ramo ed il morsetto.

La mattina successiva sono stati tolti i morsetti ed ecco formata la struttura base del didgeridoo.

Con una raspa da legno, è stata fatta l’imboccatura e con un po’ di colla vinilica è stato chiuso qualche forellino che si era formato sulle parti nodose del legno.

Con un accordatore, abbiamo testato la nota: C# “spaccato”.

Tornato a casa, con una raspa da legno, ho cercato di arrotondarlo il più possibile (perché lo strumento che si usa per togliere la corteccia tende a “squadrare” il ramo, creando quindi degli spigoli) per poi proseguire con la levigatura con la carta vetrata.

Ho usato 3 grane diverse di carta vetrata: dalla più grossa a quella più fine per renderlo il più liscio possibile.

Infine, con una raspa (grana fine da metallo), ho limato le imperfezioni interne più visibili, ovvero quelle in prossimità dell’imboccatura e della campana. Tali imperfezioni si trovano in prossimità dei punti di contatto tra le due metà dello strumento, ovvero dov’è stato incollato.

Una volta ottenuto un buon risultato sono passato alla fase di verniciatura.

Ho acquistato una vernice trasparente AD ACQUA (attenzione: è importante che sia ad acqua! Non si devono usare solventi chimici perché sono dannosi per la salute!). Ho scelto una vernice brillante perché mi piacciono gli strumenti lucidi, ma ce ne sono anche di opache.

La prima cosa che ho fatto è stata soffiare con un compressore all’interno dello strumento, in modo da eliminare polvere e piccoli pezzetti di legno che possono essere rimasti dentro.

Ho versato in un bicchiere la vernice diluendola con un po’ (molto poca: il fluido deve rimanere denso) d’acqua e, dopo aver tappato con del cellophane da cucina del nastro adesivo l’imboccatura, ho versato il contenuto dentro allo strumento dalla campana per effettuare la verniciatura interna.

Accuratamente inclinavo e ruotavo lo strumento (cioè lo tenevo inclinato finché la vernice arrivava all’estremità opposta, lo ruotavo ed invertivo l’inclinazione) in modo che la vernice scorresse su tutta la superficie. Guardando in controluce, comunque si vede se ci sono delle zone opache (quindi delle zone in cui la vernice non è passata).

Fatto questo, sono passato alla verniciatura esterna. Si possono applicare diversi strati di vernice.

Le foto mostrano il risultato finale.

    

 

CONSIGLIO 1: per la verniciatura, consiglio di dare le prime mani (strati) senza diluire la vernice, in modo da creare un bello strato, e poi di diluirlo sempre di più verso le ultime. Questo perché se si diluisce un po’ di più si creano meno segni con il pennello e la vernice è molto più brillante.

CONSIGLIO 2: tra uno strato di vernice e l’altro è preferibile dare una rapida passata con la carta vetrata (MOLTO FINE, ad esempio una grana 1000) sullo strumento. Questo serve da “aggrappante” per lo strato successivo.

CONSIGLIO 3: come si vede, ho messo la firma sullo strumento. L’ho messa dopo la prima mano in modo che sopra avesse diversi strati protettivi.

 

Alessio Pomaro http://www.lamentemente.com

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